Restaurata la Dormitio Virginis di Alcara Li Fusi
Una rara testimonianza artistica, unica nel mezzogiorno d’Italia, è stata restaurata dal Rotary Club Sant’Agata di Militello, con il patrocinio del Comune di Alcara Li Fusi e del locale Comitato S.Nicolò Politi, con la Parrocchia Maria SS Assunta, dell’Assessorato ai Beni culturali della Regione Siciliana e del Parco dei Nebrodi.
Si tratta della “Dormitio Virginis” situata nella Chiesa di Santa Maria del Rogato di Alcara Li Fusi e di un grande pannello, posto sulla stessa parete, raffigurante i Santi San Giovanni Battista e Sant’Antonio Eremita, fondatore del monachesimo orientale.
Gli affreschi sembrerebbero essere stati realizzati da artisti e maestranze itineranti provenienti dal Mediterraneo orientale, in un periodo storico compreso tra il 1099 ed il 1291.
Il restauro dell’opera è stato diretto dalla Dott.ssa Grazia Musolino, per conto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, ed è stato eseguito con grande competenza dal Prof. Davide Rigaglia e dalla Dott.ssa Valentina Romè, che hanno consentito il recupero dell’importante testo pittorico.
Attraverso la rimozione degli strati di intonaco sovramessi, il composito affresco ha ritrovato una veste estetica nella quale gli equilibri cromatici costituiti essenzialmente da colori provenieneti da una tavolozza “povera” si fondono con una scena molto articolata e complessa.
La cerimonia di consegna dell’opera, alla quale hanno preso parte il PDG Maurizio Triscari ed il DGE Francesco Milazzo, ha avuto una grande risonanza mediatica, anche perché introdotta da un importante convegno sugli aspetti figurativi e stilistici del restauro, conclusosi con la Santa Messa celebrata dal Vescovo di Patti S.E. Mons. Zambito.
Il Sindaco di Alcara Li Fusi, Dott. Nicola Vaneria ed il Direttore del Parco dei Nebrodi Ing.Massimo Geraci, hanno particolarmente apprezzato l’attività di servizio rotariana, interamente coordinata dal Presidente del Club Dott.Angelo Romano, in quanto consente la promozione del territorio dei Nebrodi, anche grazie all’inserimento del raro affresco in un circuito di studi internazionali sovrintesi dall’Università di Vienna.
L’attività di restauro, infine, è stata anche oggetto della tesi di laurea della Dott.ssa Martina Cavallaro dell’Università di Varese.